Fuori era tutto grigio e spento, con una pioggerellina che oscurava la finestra.
Ma davanti a un buon vino rosso, Luca, il mio ragazzo, dice con un entusiasmo che non vedevo da un po’: “Andiamo a surfare in Marocco?”
È nata così la nostra idea di viaggio, in una cena tra amici con fuori il freddo inverno Milanese.
I giorni dopo quel momento sono stati un continuo fantasticare, progettare, fare ricerca e raccontarsi a vicenda di cosa potevamo fare in quel viaggio…
Il surf ok, ma abbiamo 10 giorni tra weekend e ferie, cos’altro facciamo?
Escursioni nel deserto in 4×4, notti sotto le stelle, le città imperiali.
Abbiamo cominciato a guardare online, chiedere ad amici, vedere qualche offerta di tour operator.
Volevamo qualcosa di molto easy, con qualche giorno di surf ma anche delle esperienze a contatto con i locals.
Non avrei mai immaginato di trovarmi immersa in acqua con un ragazzino che mi urla una parola incomprensibile e così prendo l’onda più grande della mia vita…
Né avrei mai immaginato di rafforzare così tanto il mio rapporto con Luca e l’amicizia con Anna e Matteo.
È stata una sorpresa dietro l'altra.
Me l'avevano detto, “Il Marocco è un altro mondo”, ma mai avrei immaginato quanto fosse vero...
Comunque, dopo alcune ricerche online, abbiamo capito che organizzarsi le cose da soli sarebbe stato troppo difficile e stressante.
Infatti, con tutto l’entusiasmo, sono arrivati anche un sacco di dubbi. Non sapevamo bene da dove iniziare, come funzionava davvero sul posto e poi non avevamo tutto questo tempo per organizzare il viaggio.
Quindi abbiamo cominciamo a cercare dei tour operator. Dalle prime ricerche abbiamo trovato subito proposte tutte simili fra loro, magari sulla carta vendute bene ma poi alla fine era praticamente lo stesso pacchetto turistico.
Noi volevamo parlare con qualcuno che conoscesse davvero bene il posto e a cui potevamo spiegare meglio le nostre idee. Così, grazie al consiglio di un amico, abbiamo trovato AlidTours.
Devo ammettere che fin dalla prima chiamata abbiamo trovato una persona disposta sia ad ascoltarci che a proporre idee interessanti e diverse dagli altri preventivi.
Infatti, con la voglia di partire, abbiamo deciso di affidarci ai consigli di Lidia.
Dopo una chiamata e un paio di scambi via email, abbiamo creato il nostro viaggio su misura e… il giorno dopo avevamo già il volo e il contatto di Alì!
La nostra avventura in Marocco inizia ufficialmente a Marrakech.
La città rossa, un turbinio di profumi, colori, suoni.
Ricordo la nostra prima cena nella piazza Jemaa el'Fna, un vortice di vita, musica, danzatori, venditori ambulanti.
Tornati al riad, le risate e i piani per i giorni a venire ci hanno cullato nel sonno (un po’ distrutti anche dal viaggio). Poi Essaouira, il vento, l'oceano, i vicoletti colorati.
Ma lasciatemi parlare di Sidi Kaouki.
Ero lì nell'acqua, con le onde che mi sembravano gigantesche, e questa sensazione di non farcela.
E poi arriva lui, un ragazzino del posto. Schizza sull’onda come un delfino.
Con un sorriso largo e dei gesti grossolani, mi mostra dalla spiaggia come funzionano le onde qui.
Poi rientro in acqua e non so come, ma surfo su una delle onde più grandi della mia vita (altro che Liguria!).
Mentre rido e mi sento fortissima, lui mi grida qualcosa in arabo.
Non capisco, ma ripeto quella parola, sorridendo come un idiota.
Solo più tardi Alì, il nostro contatto locale e socio di AlidTours (oltre ad essere ormai un amico!), ci avrebbe spiegato il significato…
Come ci aveva suggerito Lidia nella nostra prima chiamata, dopo 3 giorni di surf, ne valeva la pena di spingersi oltre; “Il vero Marocco è nel deserto”, dice lei.
E così, dopo un viaggio in macchina con Hamed, simpaticissimo berbero del deserto che è venuto a prenderci a Marrakesh, ci ritroviamo in questa specie di castello di sabbia, con un profumo buonissimo che si sente dall’ingresso: è la cena!
Incontriamo finalmente Alì, che ci abbraccia e dice “pizza berber fatta a mano è pronta!”.
Mangiamo questa bontà preparata dalle due ragazze in cucina, con il rigoroso the caldo che accompagna tutto.
Facciamo davvero tante chiacchiere sulle prossime avventure.
Fa anche piuttosto freddo perché siamo a febbraio e di notte c’è una grande escursione termica.
Ma al Dar Haroun c’è un camino bellissimo che si accende proprio in questi mesi più freddi.
Poi, con una giacca saliamo su in terrazza e… wow!
Le stelle sopra di noi sono come quell’oceano che non hai mai visto.
Quella notte, sotto il cielo del Sahara, ho sentito una pace che non sapevo esistesse.
A Rissani, il mercato è un labirinto di colori e voci.
E lì, tra un banco di spezie e uno di tessuti, assisto a uno scambio semplice ma per me e Luca incredibile: un asino per delle galline davanti a del té versato da almeno 2 metri!
Ridiamo tutti, increduli. 'È così che funziona qui', ci dice Alì. 'Tutto ha un valore, tutto è negoziabile.'
Ma il momento che non scorderò mai?
Una sera, dopo una giornata nel deserto, ci ritroviamo attorno a un fuoco.
La luce delle fiamme illumina i volti dei miei amici, di Mohammed (che gestisce il bivacco dove siamo) e della guida con noi.
Parliamo, ridiamo, suoniamo strumenti mai visti. Condividiamo storie. E in quel momento, circondata da un paesaggio che sembra di un altro pianeta, mi rendo conto che il Marocco non è solo un luogo.
È un'esperienza che ti entra nel cuore e non se ne va più.
“Siamo partiti per il surf” dico a Luca e Anna mentre torniamo a Marrakech, “e abbiamo scoperto il vero Marocco... le sue persone, i suoi segreti, il suo cuore.”
E quella parola araba?
Ora è il nostro grido di battaglia, un ricordo di questa magica esperienza. “Yallah”: andiamo!
Non è stato solo un viaggio.
È stata un'avventura che ci ha cambiati, che ha reso più forte l'amore e l'amicizia fra di noi, ma anche il legame con un paese che ora sentiamo un po' nostro.
Alla prossima Marocco!